La Storia di Emanuele Di Porto raccontata dalla penna delicata di Tea Ranno

93 anni, due occhi piccoli scuri e profondi, un cuore grande: questo è quello che ci ha regalato Emanuele Di Porto incontrando lo scorso 28 febbraio nella nostra scuola i ragazzi e raccontando loro la sua storia. 

“Una storia” immersa nella storia del Novecento, in uno dei periodi più bui della civiltà umana che però Emanuele e Tea Ranno, autrice del libro “Un tram per la vita”, raccontano con una prospettiva di speranza e fiducia nel genere umano perché, nonostante tutto, nonostante la tragedia e l’orrore della guerra, delle leggi razziali e di tutto ciò che ne è derivato, il bene vince sul male, la pietas e la solidarietà possono davvero salvare il mondo e l’umanità

Due ore intense, fatte di racconti, domande, sguardi… 

La storia di Emanuele (e di come sia scampato al rastrellamento del Ghetto dell’ottobre 1943) raccontata dalla penna delicata di Tea diventa per i ragazzi la testimonianza di ciò che è stato e che non va dimenticato, scritto con la sensibilità e il rispetto di chi si avvicina con estrema delicatezza ad un Uomo che  quei giorni li ha vissuti, ha sofferto e da quegli stessi giorni è fuggito, ha pianto ma poi è rinato.

In questo tempo di Quaresima, non a caso, le parole della scrittrice unite alla testimonianza genuina di Emanuele restituiscono appieno il senso autentico della Resurrezione, al di là di ogni fede religiosa, di ogni idea politica, di ogni diversità. È l’amore per la Vita la chiave stessa della Vita.

La grandezza di un Uomo che “non è stato mai bambino e non sarà mai vecchio” è la testimonianza autentica di come si possa amare la vita e gli uomini senza portare rancore, senza consumarsi in sentimenti di odio che covando dentro l’anima scavano profondamente e non permettono di scegliere, giorno dopo giorno, l’amore, il rispetto, la speranza, rimanendo sempre fedeli a sé stessi.

Le parole e i racconti semplici e al tempo stesso penetranti di Emanuele sono arrivati al cuore dei più piccoli, dei grandi e di quanti hanno vissuto quel momento storico. Anche il silenzio e l’attenzione che i ragazzi hanno mostrato sono stati il segno del rispetto e del pudore per un uomo che, con estrema dolcezza ha parlato della sua mamma, tanto amata, che ancora oggi a 93 anni gli manca e per la quale la voce si strozza e il viso si contrae raccontando quel gesto, allora del tutto incomprensibile ad un ragazzino di 12 anni, di buttarlo giù dal camion per donargli una seconda vita.La lettura di Un tram per la vita è stata per gli studenti un inno alla memoria, alla vita, alla Cura e alle belle persone che esistono e che sono sempre esistite ma che troppo spesso fanno meno rumore.

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